Roma, 9 dicembre
Aspettare? Ma aspettare cosa? Il momento giusto, forse? No, il momento giusto non esiste. Aspettare è un’arte che non mi appartiene, un lusso che non posso concedermi. Forse perché so che i giorni non si ripetono e il caffè, lasciato raffreddare, fa schifo. Non voglio aspettare. Mi spaventa. Le parole tardive hanno il sapore delle lettere mai spedite. Ti immagini, un giorno, voltarti verso i tuoi rimpianti e corrergli dietro? Ti immagini arrivare alla stazione ormai vuota e accorgerti che il treno che porta a ciò che non ritornerà è già partito? Io no.
Alla fine, credo che il momento giusto non sia altro che qualsiasi momento, solo appena prima che il tempo chiuda il suo pugno, prima che sia troppo tardi.
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