
Cerchiamo sempre un senso nelle cose. Un significato chiaro, immediato, a portata di mano. Eppure, a volte, «non è sufficiente sapere che cosa vogliono dire le cose: bisogna anche vedere ciò che le cose non vogliono dire.»
Questa prospettiva era ben chiara a Bob Dylan. Quando la stampa lo incalzava sul significato di brani come Mr. Tambourine Man, rispondeva con ambiguità e strafottenza. E così, l’identità di quel menestrello misterioso che, con una canzone, accompagna l’io lirico in un viaggio fantastico prima dell’alba non la conosceremo mai veramente. Non si può spiegare tutto. A volte meglio lasciarla lì, la complessità: intatta, sotterranea, senza mai eliminarla.
Emblematico, in tal senso, è l'universo creato da Lewis Carroll in Alice nel paese delle Meraviglie e Attraverso lo specchio: non semplici racconti per l'infanzia, ma un vero e proprio altrove, un mondo sospeso dove il non senso si fa regola e la logica si capovolge. Un regno parallelo, in bilico tra sogno e paradosso, che serpeggia accanto alla realtà senza mai toccarla davvero.
Qual è il significato che si cela dietro opere come queste? Fiumi d’inchiostro sono stati spesi per tentare di rispondere a questa domanda. Eppure, forse, un senso non c’è. Magari sono solo le vicende di un uomo che insegue un’ombra e di una bambina che si perde in un giardino meraviglioso. Oppure, sono manuali per imparare a camminare nello spazio infinito tra la terra e il cielo. Sta a noi la scelta.
And but for the sky there are no fences facing
Resoconti di viaggi lisergici? Forse. Ma l'impressione è che vi sia dell'altro: il viaggio è più profondo, intimo, ipnotico, onirico. E il sogno non è mai pura fantasia. Carroll diceva che bisogna aver visto, ascoltato, pensato qualcosa per poterlo sognare. Leggere è fare «un tuffo dentro l’immaginazione dell’artista», come afferma l’editore Bob Markel in prefazione di Tarantula, la meravigliosa, visionaria raccolta di scritti di Dylan; le cosiddette «pagine di vomito».
In fondo, la musica, la letteratura, tutta l’arte sono troppo poco esclusive per poter negare qualsiasi interpretazione. Permettono di esplorarsi, di perdersi, di ritrovarsi, di essere liberi... like a rolling stone, magari in Desolation Row.
«Vorresti dirmi di grazia quale strada prendere per uscire di qui?»
«Dipende soprattutto da dove vuoi andare» disse il Gatto di Cheshire.
«Non m’importa molto…» rispose Alice.
«Allora non importa nemmeno che strada prendi.»
Carroll, scrivendo, e Dylan, suonando, si sono lasciati condurre verso terre immaginifiche, senza mete precise, spinti da forze diverse: la nostalgia di un Eden perduto per il primo, il peso di essere la voce di una generazione per l’altro.
E così Mr. Tambourine – la gioia, la forza positiva della musica – e Alice, insieme alla Regina di Cuori, lo specchio, la scacchiera, hanno offerto le chiavi per una dimensione in cui mettere in pausa tutto: dimenticare oggi, almeno fino a domani.
Yes, to dance beneath the diamond sky
With one hand waving free
Silhouetted by the sea
Circled by the circus sands
With all memory and fate
Driven deep beneath the waves
Let me forget about today until tomorrow.
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