Lettera d'amore – Mi spezza in due

Roma. 8 agosto

 

Fuori piove tanto da non sembrare agosto, e dentro è ormai inverno da giugno. La colpa è solo mia; un colpevole si riconosce colpevole allo specchio. L'errore più grande è stato continuare a bussare a una porta chiusa, sfondarla e trovare dentro buio e vuoto. Ti ho permesso di agire a modo tuo anche sapendo che sarebbe andata così. Ho camminato al tuo fianco facendomi infinite domande, mentre non te ne ponevi alcuna. Ho sofferto in silenzio per paura che potessi allontanarti. Ho tirato la corda, e ancora, e ancora per compensare tutti gli sforzi che non facevi. Finché non si è spezzata, ho continuato a osservarti sperando che le cose potessero cambiare. Infine ho ceduto. Non mi ero ancora chiesto se fosse più doloroso mollare la presa dalle spine di un fiore che sta appassendo, piuttosto che ostinarsi ad accarezzarlo, sbiadito e senza vita, e pungersi nell'attesa che rinasca. L'ho fatto troppo tardi, mi dispiace. Mi dispiace di aver atteso che accumulassimo qualche ricordo in più da dimenticare, di aver finto, ma solo perché volevo davvero sorridere ancora con te. Mi spezza in due.

 

Tuo,

R

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